Recentemente la Cassazione si è espressa. I fotogrammi scaricati dal sito Google Earth costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili, in quanto assolutamente equiparabili ai rilievi aereofotogrammetrici. E, pertanto, configurano prove a tutti gli effetti per l’individuazione di un abuso edilizio.
La trasformazione edilizia abusiva
La Corte suprema lo ribadisce nella sentenza 39087/2022 del 17 ottobre, relativa al caso di una condanna ex art.44 lettera b) del Testo Unico Edilizia per un intervento edilizio che ha comportato la netta trasformazione di una piccola abitazione, di un solo piano abitabile, dotata di un unico ingresso soggiorno-cucina, due camere da letto e un piccolo bagno con ripostiglio, avente sul lastrico solo un piccolo vano lavanderia di 18,91 metri quadri, in un immobile sviluppato su due piani, con la realizzazione di vani in ampliamento completamente abusivi, uno destinato a cucina, l’altro a disimpegno, oltre a un ulteriore vano wc, per una superficie in ampliamento raddoppiata e per un volume in ampliamento pari a 49 mc.
Da questi lavori è derivata un’opera diversa, con un corpo di fabbrica abitabile esteso sul piano di copertura. Non paragonabile al piccolo locale lavanderia previsto, per cui si è ritenuta idonea la libera disponibilità dei manufatti a consentire la protrazione delle conseguenze del reato realizzato.
Google Earth la prova di abuso edilizio
Il consulente del PM, visionando le immagini tratte dal programma Google Earth Pro, ha evidenziato che, alla data del 20 luglio 2018, l’ampliamento volumetrico, al secondo piano, era assente, essendosene rilevata la presenza solo con il fotogramma del 20 giugno 2020.
Inoltre a corredo dell’abuso edilizio, ci sono anche:
- lo stato dei luoghi desumibile dalla Cila presentata il 22 marzo 2019, costituito dal solo piano lavanderia
- la lettera di dimissioni presentata dal direttore dei lavori, che in data 16 novembre 2020 ha dichiarato di voler lasciare l’incarico per alcune difformità da lui riscontrate rispetto al titolo abilitativo.
Di qui la conclusione, anch’essa non illogica, secondo cui gli ampliamenti abusivi del secondo piano erano evidentemente avvenuti non prima dei lavori di manutenzione ordinaria di cui alla comunicazione di inizio lavori del marzo 2019.
Premettiamo che i rilievi di Google Earth rappresentano solo uno degli elementi della complessiva valutazione del Tribunale. Deve osservarsi che il richiamo valorizzato dai giudici dell’impugnazione cautelare appare legittimo, avendo questa Corte precisato (Sez. 3, n. 48178 del 15/09/2017, Rv. 271313) che, in tema di prove, i fotogrammi scaricati dal sito internet “Google Earth”, . costituiscono prove documentali pienamente utilizzabili ai sensi dell’articolo 234, comma 1, cod. proc. pen. o 189 cod. proc. pen., in quanto rappresentano fatti, persone o cose, essendo ben diversa, ovviamente, la questione relativa alla valutazione del loro contenuto e alla corrispondenza al vero di quanto in essi rappresentato.
fonte: ingenio