La norma «sblocca cantieri» è legge Firenze può ripartire, dopo la paralisi
Il Senato approva la «mini manovra» e, come riflesso fiorentino, decine di cantieri edili potranno ripartire dopo una paralisi durata almeno quattro mesi: una situazione che aveva messo in ginocchio molti tra imprenditori immobiliari, ma anche cittadini privati, alle prese con le ristrutturazioni (più invasive) di casa. Adesso serviranno i tempi tecnici e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale, poi la norma «sblocca edilizia» sarà operativa.
«È un passaggio molto importante, che ci consentirà di far ripartire un settore rimasto paralizzato, con gravi danni economici — spiega Giovanni Bettarini, assessore all’Urbanistica di Palazzo Vecchio — Questa norma, inoltre, ci consentirà di governare l’urbanistica di Firenze con chiarezza e certezza maggiori».
Tra le centinaia di emendamenti inseriti nella «mini manovra» del governo Gentiloni, ne è stato approvato uno in particolare che modifica il Testo unico sull’edilizia (al punto 65 è stato aggiunto un “bis”), il quale prevede che il mutamento delle destinazioni d’uso di un immobile sia consentito, a condizione che esso sia compatibile con le funzioni previste dal Regolamento urbanistico.
La paralisi edilizia che sta colpendo Firenze da settimane ha causato danni economici molto gravi, con cantieri fermati a metà da Palazzo Vecchio. Una situazione innescata dalla sentenza della Corte di Cassazione riguardo la trasformazione di Palazzo Tornabuoni in residenze di lusso.
Le motivazioni della sentenza della Suprema Corte erano state chiare: «Gli interventi edilizi che comportano mutamento di destinazione d’uso si configurano in ogni caso come di ristrutturazione edilizia, anziché di restauro e risanamento conservativo».
E così, davanti a questa sentenza, gli uffici dell’urbanistica avevano iniziato a stoppare decine di importanti cantieri nell’area Unesco di Firenze, dove erano in corso lavori con cambio di destinazione parziale o totale (ad esempio da uffici a residenziale o viceversa) in corso di esecuzione previa presentazione di semplice Scia e non di autorizzazioni per l’effettuazione di «restauro pesante» come invece sostiene la Cassazione.
Oltre allo stop ai lavori, dopo aver ricevuto le motivazioni della sentenza della Cassazione, gli uffici dell’urbanistica avevano disposto la messa in ripristino, cioè di ricostruire internamente gli immobili come erano in origine.
fonte “Il Corriere Fiorentino”